martedì 28 aprile 2009


Rompere le linee: cercare la discordanza, l’incoerenza. Dentro la forma unica si disegnano delle sonorità particolari, delle singolarità irriducibili: l’esplosione di una risata che scivola, incontenibile sembra, gioiosa, giubilatoria, esplosiva nei suoi diversi gradi di intensità fino a toccare il gemito e il pianto.
L’emozione distaccata dalla sua semplice origine, interrogata sotto diversi aspetti e in temporalità differenti può esprimersi, deformarsi o instaurare una dinamica complessa di eventi su una scena.
Cosa ci mostra, ci svela, ci rende al più fuori di noi stessi
Cosa ci mette in pericolo, a rischio, al più dentro delle nostre paure, dei nostri demoni interiori,
li' in quel punto dove diventiamo vulnerabili, incapaci di reagire, piegati su noi stessi e,
per questo, tanto più ricettacoli di quello che passa intorno a noi in uno spazio-tempo abitato che chiamiamo esistenza.

Ed allora, é come se quell’ errore perpetuo, quella smagliatura impercettibile nella rete,
quella cosa dell’ordine della dissonanza, dello “scarto ”, dell’aritmia piuttosto che della sincronia, _quel non poter stare dentro gli schemi, evadere la forma, deridere la serietà della cosa,
la monumentalità dell’immagine ricevuta_ allora é come se quello scarto di fondo scavasse uno spazio di singolarità nell’unisono di voci, nel modo di reagire, di muoversi, di rispondere,
nella differenza minimale che fa l’unicità di una singola presenza.

Nessun commento:

Posta un commento