martedì 9 ottobre 2018

IMMAGINI da "CERAMICS NOW "( al MIC di Faenza)



Ngodi Omeje Ezema “In my garden there are many colours “


“Nel mio giardino ci sono molti colori, un giardino di sogni e speranze che spesso restano irrealizzati. Parlo ai miei sogni non realizzati, la mente è un luogo fertile per visioni utopiche che possono o meno un giorno diventare reali”. Quei sogni restano, nell’installazione di Ngodi, sospesi in aria, fluttuanti sopra le nostre teste, legati a noi da fili sottili che minacciano da un giorno all’altro di spezzarsi , scindersi e precipitare al suolo. Lì in quel sistema di corde marine e cavi soggiacenti, i ritagli di plastica, i pezzetti colorati di tante vecchie infradito sono ricuciti insieme e semplicemente lasciati fluttuare come una nuvola di colore da tante cordicelle invisibili e lievi.
 Seppellite, celate, o sommerse come le immagini più autentiche che ci portiamo addosso spesso soffocate da altre più gravi evenienze. Eppure, essi, solo, ci legano direttamente al centro o alla vera ragione della nostra anima. Fatti dei mille ritagli di passi, di piedi e di impronte, dei mille passi  che abbiamo fatto o immaginato e sognato di fare. Leggeri, volatili restano sopra di noi sospesi come un nugolo di libellule, di rosso e d'oro, di forme svolazzanti e aeree fuse insieme in uno  sciame di farfalle, di una scia di lucciole in una notte d’estate; quelle che come affermava Pasolini oggi tendono sempre di più a scomparire a causa dell’inquinamento imperante della nostra società.





Satoru Hoshino, “beginning form, spiral”


La spirale è all’origine di ogni forma di movimento. Impronte di mani, segni di dita e di lotta, di gesti fallaci nascosti sotto la superficie liscia e levigata, incantevole e pura degli oggetti scolpiti. La spirale è una forma circolare che si restringe a vortice verso il centro, ritrova una sua via verso l’origine e di lì prolifera, espande, dischiude in mille altre infiniti eco e forme circolari e quasi perfette richiamando, tuttavia sempre, quel nucleo primo e propulsore.

 “Ceramics Now”: l'arte contemporanea al Mic da ogni angolo del mondo




Come un terreno desertico e ingigantito una banconota americana da cento dollari si apre in crepe profonde segnate da aride spaccature rese in un rosso incandescente conduttore di elettricità al suolo.
 La banconota come pezzo unico espande incorniciata e messa alla prova in dimensioni che il materiale ceramico non potrebbe sostenere aprendosi, per questo, in fenditure massicce durante il processo di essicamento dell’argilla.
Come appare il denaro in tale ottica contemporanea? Testimonia dell’attuale svuotamento del suo valore effettivo di moneta di scambio, dell’insorgere sempre più di un capitalismo finanziario e virtuale determinato da cifre e numeri sui mercati finanziari che tende a distruggere il valore autentico del capitale e del lavoro in una reale economia.
Così la banconota si sfalda, il volto iconico di Benjamin Franklin si apre in crepe rossicce sulla superficie essiccata di questa America i cui caratteri stampati appaiono segnati da un’ulteriore linea di frattura. 
E’ anche l’evidenza di una dismisura diffusa e palesemente presente nella nostra società, quando perdiamo la giusta dimensione della materialità o del possesso delle cose, quando esasperiamo o dilatiamo la loro presenza e necessità;  quella in cui il denaro diventa valore assoluto, avidità di ricchezza e di potere ad esso connessa ben oltre il suo valore reale d’uso e di scambio.



COSTELLAZIONE “WAITING(Bertozzi e Casoni 2013)

In “waiting” si attende il soccorso, l’esito insperato, il pronto intervento di chi vi salverà o vi condurrà alla rovina. E si gira in senso circolare, si percorre una costellazione celeste con tanto di tema astrale al centro e mappa dell’universo fatta di cassette da pronto soccorso, chiocciole e terraglia invetriata e dipinta. 
Si percorre con lo sguardo la scia di queste chiocciole o molluschi d’acqua, dall’antichità simbolo di armonia e rinascita dopo la lunga, profonda ibernazione invernale. Una volta celeste, dal blu oltremare intenso, oscuro e riflettente e una mappa astrologica d’oro al centro: la vita di Rothko artista espressionista americano qui  evocato. C'è qualcosa dell’attesa, di un movimento che percuote ad ogni passo , del proseguire dentro la forma circolare di una volta celeste. Scrivere è anche interrogare l’ordine del cosmo, la mappa astrale della nostra vita, ognuno di noi nella visione di un proprio singolo destino riassorbito e ricompreso in quello totalizzante del cosmo.

“The clay contains the history of time”; l’argilla contiene la storia del tempo, l’evolvere della materia attraverso il tempo della scultura, poi la storia unica e irripetibile di ciascuno di noi, infine la storia vista oltre la dimensione storica in una temporalità  eterna e senza fine che ci ricollega alla genesi o all'origine divina della creazione.  




lunedì 8 ottobre 2018

VERTIGO, “WALKING ON THE EDGE OF THE TONE” (Alessandro Roma al MIC di Faenza)





Le grandi tele del giovane artista Alessandro Roma, scorte vagando nel piano sotterraneo del Mic di Faenza espandono e trascendono della loro vibrazione colorata il nucleo primario delle sculture in ceramica poste a lato; amplificano e irradiando di forza magnetica la cromia suggerita o espansa, saturata o esasperata di ogni singola esperienza pittorica.








Oceano-mare in movimento: le cupe sfumature del blu appaiono intrappolate e riflesse attraverso le profondità marine oceaniche. Oleoso, vorticante, spinto fino al maelstrom dell’inconscio. Una chioma di sirene, linee d’acqua e di sogni si annodano eteree nelle profondità marine là dove il mondo appare liquido, impalpabile e la solidità delle forme dilegua nel dolce fluttuare delle acque. 
I raggi filtrati attraverso le profondità dell’oceano irradiano in un proliferare di vegetazione, foglie, piante e arbusti.






Verde Smeraldo adiacente: il primario dell’acqua come l’approfondirsi di un pensiero inconscio.






Pallido tenue lilla, diluito, attenuato, slavato via da una luminosità diffusa: la ricerca della quiete, la sensazione di pacificazione. Pallido sole nascente disperde la paura e inonda di calma la mente oltre la densa apatia del presente e l’appiattimento dell’impulso all’azione.


Arancio: esplode in buchi e bruciature, escoriazioni sulla pelle del corpo e della tela. Solari forme muovono verso l’esterno del pian, si sollevano dalla superficie, risvegliate, riempite di nuovo alito di vita, sospinte fuori dal vento del deserto, soffio potente attraverso le sabbie incandescenti del Sahara. Quasi che un pifferaio magico avesse risvegliato poco a poco, le linee e le forme di un mondo in mutazione, ombre e figure ritornano alla vita dal grande respiro del deserto. Arancio giallo soffio caldo e vitale.

Celeste: celestiale risveglio, le linee delle acque si perdono nella risacca del mattino, linee di un ventre, una coppia di amanti stretti in un tenue abbraccio, Klimt. Linee di corpi sinuose linee d’isole, di grembi o di forme in divenire come in un ritorno alla vita, al risveglio del sensi, al luogo originario della nascita.

Da una tela all’altra mondi si aprono, universi di vibrazioni cromatiche attraverso il varco di una mente che visualizza e ricrea, ristruttura, ordina e dilata, espande e liquefa secondo il proprio primario impulso interiore.