

“Quello che perseguo sopra ogni cosa é l’espressione. Il pensiero d’un
pittore non puo’ essere considerato al di fuori dei suoi mezzi d’espressione.
Non posso fare la differenza tra il mio sentimento della vita e il modo in cui
lo traduco attraverso la pittura.”
“L’espressione per me é tutta la disposizione del quadro: il posto che
occupano i corpi, i vuoti che sono intorno ad essi, le proporzioni, tutto
quello che vi prende parte”. Un’opera comporta un’armonia d’insieme: tutto
cio’ che non ha utilità nel quadro
andrà, al contrario, a nuocergli. Ogni dettaglio superfluo andrà ad occupare il
posto d’un dettaglio essenziale.
Linea del disegno portante, deve possedere una forza d’espansione dando
vita agli oggetti che contorna, delimita, chiude con il proprio tratto.
“Voglio arrivare a questo stato di condensazione della sensazione che crea
il quadro. Potrei accontentarmi della prima impressione ma, dipingendo un
corpo, vorrei infondergli qualcosa di più, condensare il significato di quel corpo
cercando le sue linee essenziali. Sotto la
successione dei momenti fugaci che compongono l’esistenza superficiale
degli esseri e delle cose rivestendole di apparenze mutevoli, si puo’ cercare un
carattere più vero, più sostanziale che l’artista perseguirà per dare alla
realtà un’interpretazione più durevole.”
Tutto parte dal pensiero, dalla concezione dell’opera. E’ necessario avere,
a un certo punto, “una visione netta
dell’insieme”, vale a dire, ogni cosa deve trovare un proprio posto, tutto deve
essere combinato, inserito come in un meccanismo perfetto e funzionante, a qualsiasi
distanza lo si guardi. Deve esserci nel quadro sotto l’apparente affiorare e intersecarsi
di linee un ordine, una chiarezza e il senso d’una necessità.
“Il lato espressivo del colore si impone in modo puramente istintivo”. Per
restituire un paesaggio autunnale cercherò di ricordare quale vibrazione
colorata corrisponde a quella stagione ispirandomi alle sensazioni che essa
risveglia: la purezza gelida del cielo, d’un blu siderale come le sfumature
indefinibili del fogliame d’autunno. Dolce e caldo come il prolungamento
dell’estate oppure fresco, con un aspetto aspro e pungente e alberi ocra
giallastri che già preannunciano l’arrivo imminente dell’inverno. La scelta dei
colori non ripone su alcuna teoria predeterminata ma sull’osservazione, il sentimento,
l’esperienza della mia sensibilità.
“La figura: quello che mi permette di esprimere al meglio il senso quasi religioso
che posseggo della vita”. Cerco in un modello, tra le linee del suo viso, il
carattere permanente, la gravità, la significazione che persiste oltre ogni
cambiamento dell’ essere umano.
“Un’arte dell’equilibrio, della purezza, della tranquillità senza soggetti
inquietanti che restituisca questa pacificazione interiore”
“Ci sono pittori che lavorano direttamente a partire dalla natura e altri
puramente appoggiandosi sull’immaginazione”. Non credo che bisogna scegliere
uno di questi due approcci a esclusione dell’altro; ho bisogno della presenza
d’oggetti per ricevere sensazioni e per muovere le mie facoltà creatrici nella
potenza e vitalità d’una visione arrivando direttamente dalla natura, capace di
tornare più volte sul medesimo stato di spirito, ricordandolo sensibilmente per
approfondire e continuare il lavoro.
Una pittura della luce, del lato luminoso dell’essere umano ricercando
questa armonia di composizione dove nessuna linea o tonalità colorata si
potrebbe escludere senza che venisse meno l’unità. Algebra perfetta di linee
essenziali, figure immerse nel colore,
ogni cosa trovando il proprio posto,
li’ perché definita nel suo dover essere, ordinando il caos nella
creazione.
“ Non la riproduzione della natura ma la “semplificazione delle idee nella
plasticità delle forme. Attraverso i mezzi più semplici permettere al pittore di esprimere, oltre la
realtà data, tutta la sua visione interiore.”
“Prendo dalla natura quello che mi è necessario, un’espressione
sufficientemente eloquente per suggerire quello che è nel pensiero. Combino
minuziosamente descrizione e colore in una condensazione alla quale tutto
occorre”. Riflessione e amalgama.
Dipingere una figura femminile: cominciare a disegnare grandi masse
esagerando le linee tra l’addome e gli arti per affermare una posizione in
piedi. I vuoti possono servire da correttivi. Sapere che una linea non puo’
esistere sola ma deve condurre sempre a un’altra, ed é in tale rapporto di
continuità che volumi sono creati. Dare agli elementi arrotondati la loro
forma, cercare la pienezza dei loro contorni. Non dimenticare le linee di
costruzione centrate sulle spalle e il bacino, come quelle delle gambe, delle
braccia, del collo e della testa.
Ogni linea deve avere la propria funzione: questa conduce dal torso alle
braccia, quella dal bacino alle gambe, un’altra prosegue lungo tutta la colonna
dalla testa ai piedi, dalle radici del corpo che affondano nella terra
all’estremo del capo che si proietta in alto verso il cielo. Ogni linea deve poter ritornare idealmente
a un centro altrimenti il disegno non avrà unità. Se linee di fuga partono in
tutte le direzioni senza potersi arrestare, il centro deve restare prioritario.
“Una linea curva unicamente, dalle sopracciglia alle spalle, dal bacino ai piedi può costituire un
disegno. Spesso il carattere specifico d’una curva è più fortemente marcato nel
contrasto con la linea dritta che l’accompagna. Le linee possono
costruirsi sull’armonia o il
contrappunto come in musica.
Pittura: macchie di colore, possibilità di composizione.
Chiudere gli occhi, presentire, immaginare,
visualizzare il quadro.
Mettere tre o quattro colori certi, aggiungerne un altro, mettere la tela da parte, visualizzare
ancora, ricominciare. Costruire con rapporti di colore ravvicinati equivalenti
ai rapporti tonali che esistono in musica.
Non rendere l’ oggetto esterno ma restituire la forma dell’emozione, la
pregnanza sensibile che ha risvegliato in noi.
“Un quadro é l’accordo di ritmi colorati ed é cosi’ che posso trasformare
una superficie che appare rosso -blu-nera in un’altra che appare bianca -rosa-verde.
Stesso quadro, stessa sensazione presentita differentemente là dove i ritmi hanno cambiato.”
“Sento attraverso il colore, è dunque attraverso tale mezzo che la mia tela
è sempre costituita”.
“ Rielaborare, studiare, interiorizzare il modello in modo da averlo
sufficientemente in se per poter improvvisare, lasciar correre la mano
rispettando la grandezza e il carattere sacro d’ogni cosa vivente”.
L’arricchimento incosciente dell’artista è fatto di tutto quello che vede,
assorbe, assimila intorno a sé come d’ un alone luminoso, ora greve, oscurante,
disfacendosi a tratti fino a penetrare in onde percuotenti, discontinue in sé
per potersi tradurre pitturalmente oltre la sola mediazione razionale.
“Solo la forma plastica ha vero valore: la bellezza del quadro proveniente
dalla lotta dell’artista contro i propri mezzi limitati d’espressione”.
Trovare uno spazio plastico attraverso il colore uscendo da una pittura
dell’intimo, uscendo da un’imitazione della luce esteriore.
Provocare la luce, trovare accordi di colore come fossero accordi musicali.
“La maggior parte dei pittori hanno
bisogno del contatto diretto con gli oggetti per sentire che esistono e poterne
riprodurre le loro condizioni fisiche, cercando una luce esteriore per vedere
chiaro in essi. L’artista o il poeta posseggono una luce interiore che
trasforma gli oggetti in un mondo sensibile proprio, in un mondo vivente,
in sé stesso un segno infallibile
della divinità, del riflesso della divinità."
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