domenica 19 luglio 2015

Sam Hewitt, "To infinity and beyond"( visto a Brighton, Kemptown, Luglio 2015)









L’ombra dell’io cosciente è là presente, ma dietro quella giacciono i nostri segreti motivi inconsci che portiamo con noi dall’infanzia. Restano lì non notati fino a quando non sono scossi, minacciati, fino a quando  una crisi non sopraggiunge nella vita di un individuo”.

La pittura: la notazione personale d’una serie di scelte consce e inconsce appese alle pareti, volte verso noi tutti per permetterci di vedere”.




 Una luminosità straordinaria riporta in vita le figure lasciate in ombra, non tracciate,  colte in cammino attraverso percorsi usuali lungo le strade affollate della cittadina inglese; indolenti sono viste soffermarsi a guardare il mare, a fissare l’orizzonte lontano oltre il profilo della marina. La luce nella pittura di Hewitt giunge spesso trasversalmente da angoli, scorci o punti di vista inusuali scelti dal suo sguardo, cade sui volti, sui corpi, si sofferma sulle figure diluendole in profili luminosi che dileguano i tratti cancellandoli uno a uno per lasciarci semplicemente lo spazio o meglio l’alone indistinto di luce che  contorna la figura. Spesso i corpi sono colti di schiena, o visti mentre camminano voltando le spalle a noi spettatori come profili luminosi immersi in effetti solarizzati del paesaggio e, pur posizionandosi nello spazio della città, delle strade, in qualche modo in un mondo in sé stesso riconoscibile, rinviano in primo luogo per la loro qualità pittorica a un atto di rispecchiamento, alla proiezione d'un esterno filtrata dal riflesso d’un sé poetico altro, dallo sguardo deformante della propria interna visione.

“Blindness” nella pittura di Hewitt figura momenti di non-visione, di distorsione profonda tra una realtà oggettiva, apparente o data e la consapevolezza di un io interiore, la presenza di un “inner self”  anche nella cecità di quello sguardo gettato sul mondo; la propria interna oscurità,  l’annebbiamento come l’ incapacità di distinguere le forme dalle ombre, le linee tracciate dalle loro apparenti diluizioni in pittura,  poi l’irradiazione d’una luce che dilaga e confonde i confini di quella esterna realtà.

Dipingevo sopra un altro dipinto che non amavo e la collisione tra i due ha due ha creato incidenti interessanti. Vedo il punto in cui una figura incontra la propria ombra dal precedente quadro attraverso il passo d’un uomo che sta camminando fuori dalla tela.E’ il mio inconscio al lavoro: per me l’arte e la vita hanno tutte e due e entrambe a che fare in modo assoluto con l’integrare quella parte di oscurità e camminare con le proprie ombre."



Specchio rilucente di colori ed oli riflessi dei medesimi, porpora, e rosso rubino,  sui quali lo sguardo scivola come su quella realtà senza potersi arrestare portandoci verso un punto di fuga lontano, intravisto dal nostro sé subcosciente. Defocalizzazioni, sovrapposizioni di strati di pittura a olio, individui visti di schiena o dal volto semi-cancellato che la luce rende aloni luminescenti. Appaiono perduti, sembra, in mezzo al cammino, oppure sono visti scivolare nelle trappole del proprio spazio interiore, intrappolati su questo specchio rilucente di superficie rosso olio_  a indugiare su una realtà apparente che non riescono a fare propria, fino in fondo a integrare come la figura nel quadro.  
Altre volte, è semplicemente l’irradiazione dello stupore, della meraviglia  nel vedersi camminare su un pavimento rubino traslucido e riflettente come la superficie dei quadri per andare all’ incontro della propria estraneità .


(samhewittpaintings.com)




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