venerdì 1 gennaio 2010





























“Città bianca, esposta alla luce lunare con vie che girano su se stesse come in un labirinto di strade senza fine, città disabitata”

Tracciavano linee, disegnavano spazi per dare forma al luogo dove riconoscevano qualcosa delle vie del sogno, cambiando posti e nomi perché assomigliasse di più al tracciato dell'immagine inseguita.


Uno spazio ristretto, asfittico,ermeticamente chiuso all'esterno dove faticate a respirare ,
uno spazio che incomincia a muoversi in voi dove avete appena il tempo di restare con il vostro corpo, sempre più cercando una strada per uscire, un passaggio che vi porti fuori dall’altra parte
Vi dibattete invano, graffiate contro il cemento ruvido dei bordi, rotolate contro il suolo non potendo proteggervi;
vi dibattete, sollevate la testa, cercate l'aria fuori, la luce del giorno
Sentite un' irradiazione luminosa sul volto, ora siete contro una grande parete di vetro, una superficie o una porta non sapete, sapete che è li' e volete occuparne tutta l’estensione con il vostro corpo per riceverne il calore che passa attraverso;
la disegnate con le vostre mani, ne cancellate e riscrivete i contorni mille volte, disegnate il vostro contorno controluce poi lo vedete dissolvere, scivolare via,
al suolo come una macchia d'acqua,
Dileguate e sbattete ancora contro quella superficie come vorreste farla a pezzi, qualcosa che è dentro di voi o là all'esterno forse, e la sentite stringervi addosso, restringersi contro il vostro spazio vitale anche.
Ed è, forse, per questo che d'un tratto cercate quella tensione, quell'allungamento estremo della colonna vertebrale, del bacino e delle membra come attraversati da un’onda fluida, energetica e vitale che vi porta, ed è forse per questo forse che qualcosa si libera d'un tratto in voi come per un intervento, un’insorgenza del caso, un’ eclosione di fiori nel deserto.

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