lunedì 8 ottobre 2018

VERTIGO, “WALKING ON THE EDGE OF THE TONE” (Alessandro Roma al MIC di Faenza)





Le grandi tele del giovane artista Alessandro Roma, scorte vagando nel piano sotterraneo del Mic di Faenza espandono e trascendono della loro vibrazione colorata il nucleo primario delle sculture in ceramica poste a lato; amplificano e irradiando di forza magnetica la cromia suggerita o espansa, saturata o esasperata di ogni singola esperienza pittorica.








Oceano-mare in movimento: le cupe sfumature del blu appaiono intrappolate e riflesse attraverso le profondità marine oceaniche. Oleoso, vorticante, spinto fino al maelstrom dell’inconscio. Una chioma di sirene, linee d’acqua e di sogni si annodano eteree nelle profondità marine là dove il mondo appare liquido, impalpabile e la solidità delle forme dilegua nel dolce fluttuare delle acque. 
I raggi filtrati attraverso le profondità dell’oceano irradiano in un proliferare di vegetazione, foglie, piante e arbusti.






Verde Smeraldo adiacente: il primario dell’acqua come l’approfondirsi di un pensiero inconscio.






Pallido tenue lilla, diluito, attenuato, slavato via da una luminosità diffusa: la ricerca della quiete, la sensazione di pacificazione. Pallido sole nascente disperde la paura e inonda di calma la mente oltre la densa apatia del presente e l’appiattimento dell’impulso all’azione.


Arancio: esplode in buchi e bruciature, escoriazioni sulla pelle del corpo e della tela. Solari forme muovono verso l’esterno del pian, si sollevano dalla superficie, risvegliate, riempite di nuovo alito di vita, sospinte fuori dal vento del deserto, soffio potente attraverso le sabbie incandescenti del Sahara. Quasi che un pifferaio magico avesse risvegliato poco a poco, le linee e le forme di un mondo in mutazione, ombre e figure ritornano alla vita dal grande respiro del deserto. Arancio giallo soffio caldo e vitale.

Celeste: celestiale risveglio, le linee delle acque si perdono nella risacca del mattino, linee di un ventre, una coppia di amanti stretti in un tenue abbraccio, Klimt. Linee di corpi sinuose linee d’isole, di grembi o di forme in divenire come in un ritorno alla vita, al risveglio del sensi, al luogo originario della nascita.

Da una tela all’altra mondi si aprono, universi di vibrazioni cromatiche attraverso il varco di una mente che visualizza e ricrea, ristruttura, ordina e dilata, espande e liquefa secondo il proprio primario impulso interiore.











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