lunedì 23 aprile 2012

Matisse (I parte): « Scritti e note sull’arte », liberamente tratto...











“Quello che perseguo sopra ogni cosa é l’espressione. Il pensiero d’un pittore non puo’ essere considerato al di fuori dei suoi mezzi d’espressione. Non posso fare la differenza tra il mio sentimento della vita e il modo in cui lo traduco attraverso la pittura.”

“L’espressione per me é tutta la disposizione del quadro: il posto che occupano i corpi, i vuoti che sono intorno ad essi, le proporzioni, tutto quello che vi prende parte”. Un’opera comporta un’armonia d’insieme: tutto cio’  che non ha utilità nel quadro andrà, al contrario, a nuocergli. Ogni dettaglio superfluo andrà ad occupare il posto d’un dettaglio essenziale. 

Linea del disegno portante, deve possedere una forza d’espansione dando vita agli oggetti che contorna, delimita, chiude con il proprio tratto. 
“Voglio arrivare a questo stato di condensazione della sensazione che crea il quadro. Potrei accontentarmi della prima impressione ma, dipingendo un corpo, vorrei infondergli qualcosa di più, condensare il significato di quel corpo cercando le sue linee essenziali. Sotto la  successione dei momenti fugaci che compongono l’esistenza superficiale degli esseri e delle cose rivestendole di apparenze mutevoli, si puo’ cercare un carattere più vero, più sostanziale che l’artista perseguirà per dare alla realtà un’interpretazione più durevole.”

Tutto parte dal pensiero, dalla concezione dell’opera. E’ necessario avere, a un certo punto, “una  visione netta dell’insieme”, vale a dire, ogni cosa deve trovare un proprio posto, tutto deve essere combinato, inserito come in un meccanismo perfetto e funzionante, a qualsiasi distanza lo si guardi. Deve esserci nel quadro sotto l’apparente affiorare e intersecarsi di linee un ordine, una chiarezza e il senso d’una necessità.

“Il lato espressivo del colore si impone in modo puramente istintivo”. Per restituire un paesaggio autunnale cercherò di ricordare quale vibrazione colorata corrisponde a quella stagione ispirandomi alle sensazioni che essa risveglia: la purezza gelida del cielo, d’un blu siderale come le sfumature indefinibili del fogliame d’autunno. Dolce e caldo come il prolungamento dell’estate oppure fresco, con un aspetto aspro e pungente e alberi ocra giallastri che già preannunciano l’arrivo imminente dell’inverno. La scelta dei colori non ripone su alcuna teoria predeterminata  ma sull’osservazione, il sentimento, l’esperienza della mia sensibilità.

“La figura: quello che mi permette di esprimere al meglio il senso quasi religioso che posseggo della vita”. Cerco in un modello, tra le linee del suo viso, il carattere permanente, la gravità, la significazione che persiste oltre ogni cambiamento dell’ essere umano.

“Un’arte dell’equilibrio, della purezza, della tranquillità senza soggetti inquietanti che restituisca questa pacificazione interiore”

“Ci sono pittori che lavorano direttamente a partire dalla natura e altri puramente appoggiandosi sull’immaginazione”. Non credo che bisogna scegliere uno di questi due approcci a esclusione dell’altro; ho bisogno della presenza d’oggetti per ricevere sensazioni e per muovere le mie facoltà creatrici nella potenza e vitalità d’una visione arrivando direttamente dalla natura, capace di tornare più volte sul medesimo stato di spirito, ricordandolo sensibilmente per approfondire e continuare il lavoro.


Una pittura della luce, del lato luminoso dell’essere umano ricercando questa armonia di composizione dove nessuna linea o tonalità colorata si potrebbe escludere senza che venisse meno l’unità. Algebra perfetta di linee essenziali, figure immerse nel colore,
ogni cosa trovando il proprio posto,
li’ perché definita nel suo dover essere, ordinando il caos nella creazione.

“ Non la riproduzione della natura ma la “semplificazione delle idee nella plasticità delle forme. Attraverso i mezzi più semplici  permettere al pittore di esprimere, oltre la realtà data, tutta la sua visione interiore.”

“Prendo dalla natura quello che mi è necessario, un’espressione sufficientemente eloquente per suggerire quello che è nel pensiero. Combino minuziosamente descrizione e colore in una condensazione alla quale tutto occorre”. Riflessione e amalgama.

Dipingere una figura femminile: cominciare a disegnare grandi masse esagerando le linee tra l’addome e gli arti per affermare una posizione in piedi. I vuoti possono servire da correttivi. Sapere che una linea non puo’ esistere sola ma deve condurre sempre a un’altra, ed é in tale rapporto di continuità che volumi sono creati. Dare agli elementi arrotondati la loro forma, cercare la pienezza dei loro contorni. Non dimenticare le linee di costruzione centrate sulle spalle e il bacino, come quelle delle gambe, delle braccia, del collo e della testa.
Ogni linea deve avere la propria funzione: questa conduce dal torso alle braccia, quella dal bacino alle gambe, un’altra prosegue lungo tutta la colonna dalla testa ai piedi, dalle radici del corpo che affondano nella terra all’estremo del capo che si proietta in alto verso il cielo.    Ogni linea deve poter ritornare idealmente a un centro altrimenti il disegno non avrà unità. Se linee di fuga partono in tutte le direzioni senza potersi arrestare, il centro deve restare prioritario.

“Una linea curva unicamente, dalle sopracciglia alle spalle,  dal bacino ai piedi può costituire un disegno. Spesso il carattere specifico d’una curva è più fortemente marcato nel contrasto con la linea dritta che l’accompagna. Le linee possono costruirsi  sull’armonia o il contrappunto come in musica.

Pittura: macchie di colore, possibilità di composizione.
 Chiudere gli occhi, presentire, immaginare, visualizzare il quadro.
Mettere tre o quattro colori certi, aggiungerne un  altro, mettere la tela da parte, visualizzare ancora, ricominciare. Costruire con rapporti di colore ravvicinati equivalenti ai rapporti tonali che esistono in musica.
Non rendere l’ oggetto esterno ma restituire la forma dell’emozione, la pregnanza sensibile che ha risvegliato in noi.
                                                                                                                                   
“Un quadro é l’accordo di ritmi colorati ed é cosi’ che posso trasformare una superficie che appare rosso -blu-nera in un’altra che appare bianca -rosa-verde. Stesso quadro, stessa sensazione presentita differentemente là dove  i ritmi hanno cambiato.”

“Sento attraverso il colore, è dunque attraverso tale mezzo che la mia tela è sempre costituita”.

“ Rielaborare, studiare, interiorizzare il modello in modo da averlo sufficientemente in se per poter improvvisare, lasciar correre la mano rispettando la grandezza e il carattere sacro d’ogni cosa vivente”. L’arricchimento incosciente dell’artista è fatto di tutto quello che vede, assorbe, assimila intorno a sé come d’ un alone luminoso, ora greve, oscurante, disfacendosi a tratti fino a penetrare in onde percuotenti, discontinue in sé per potersi tradurre pitturalmente oltre la sola mediazione razionale.

“Solo la forma plastica ha vero valore: la bellezza del quadro proveniente dalla lotta dell’artista contro i propri mezzi limitati d’espressione”.
Trovare uno spazio plastico attraverso il colore uscendo da una pittura dell’intimo, uscendo da un’imitazione della luce esteriore.
Provocare la luce, trovare accordi di colore come fossero accordi musicali.

 “La maggior parte dei pittori hanno bisogno del contatto diretto con gli oggetti per sentire che esistono e poterne riprodurre le loro condizioni fisiche, cercando una luce esteriore per vedere chiaro in essi. L’artista o il poeta posseggono una luce interiore che trasforma gli oggetti in un mondo sensibile proprio, in un mondo vivente,
in sé stesso  un segno infallibile della divinità, del riflesso della divinità."






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