venerdì 16 dicembre 2016

Salgado II : improvvisazioni poetiche e immagini fotografiche




Sebastiano Salgado, Fiume Dusty ghiacciato, Kleane National Park, Canada

Mappa geografica di sentieri percorsi o percorribili dall’immaginazione, 
vie di attraversamento della terra viste dall’alto oppure di fuga attraverso molteplici diramazioni.
Mappa di scorrimento del tracciato immaginario di tutta un’esistenza: tali gli incontri casuali che determinano un destino o designano una Parola che attende di rendersi manifesta, le deviazioni o le svolte inattese, i ritorni sui propri passi dopo lunghe assenze inspiegate in strani moti e circumnavigazioni del pianeta terra o dell’universo corpo.
 Spazi immensi e linee marcanti si designano lentamente, a fatica prendono corpo e forma sulla superficie del mondo e, nel mentre dell’affioramento  si plasmano insieme ad altre linee a loro estranee, si insidiano dentro gli spazi, e lentamente evolvono nei tratti, 
vibrano insieme ai moti della terra o a quelli del cuore, di tutti gli organi pulsanti di un battito di vita in una semi-immobilità o lentezza apparente del cosmo, insieme animato e inerte .
Fiume ghiacciato e strade dissecate, grandi arterie del corpo o del mondo , rete arteriosa ma di circolazione solidificata, apparentemente coagulata in masse glaciali o accumuli di linfa assiderata. Grande organo del cuore o polmone pulsante di vita ma arrestato lì, nell’istante del suo primo movimento, in un fulcro di ghiaccio.
Le linee fotografate visualizzano grandi mappe topografiche del corpo o della terra vista dall’alto nel suo ventre argenteo e gelato in fili d’acciaio, un cranio nel suo passaggio di onde elettromagnetiche, negli scorrimenti di flussi neuronali o di pensiero alle soglie del suo primo manifestarsi,  l’ecografia forse di liquidi distribuiti attraverso una rete estesa di diramazioni in corpo.
Ci sono vie che dobbiamo percorrere ma che restano ghiacciate sul nostro cammino; fiumi di lava bollente prima e di ghiaccio scintillante poi rimasti impressi e stampati sulle superfici di vetro dei ghiacciai.
 Flussi essiccati alle sorgenti  oppure risplendenti nella loro argentea, gelata ossidazione. Argento vivo stampato su ghiaccio, fiumi di seta condensata e impressa in argentee vie di fuga dell’immaginazione.  








Sebastiano Salgado, (Genesi)



Attraversano il golfo dell’Ob per entrare nel circolo polare Artico, il popolo itinerante degli eschimesi, ogni anno con tutta la loro scia di renne e slitte viaggiano per giorni e giorni attraverso cinquanta km sul ghiaccio per raggiungere la loro terra.

Una firma, una linea, una traccia scritta che segui sul bianco di una pagina del mondo, 
una vastità candida e perfetta, una distesa bianca e incontaminata che scopri al mattino guardando fuori attraverso i vetri di una finestra dopo un' immensa, calma nevicata notturna.
 Un esile filo di parole, una linea di pensiero, un cammino spirituale verso l’illuminazione, la trasformazione dal qui e ora  a una matrice più antica e lontana , divina, altra in te. 

Una parola su una pagina bianca, la mia firma, il mio gesto, il mio passo nel mondo su questa terra per lasciare una traccia, un segno del mio esserci. Un gesto, una parola semplicemente per dire, IO SONO, sulla bianchezza di un inferno da cancellare, di una terra vergine da ridisegnare.





Nessun commento:

Posta un commento